Dall’esibizione al sexting: l’eccitazione di essere guardati
Cosa c’è all’origine del fenomeno del sexting
L’imperatore della storia trattata questo mese è sicuramente un personaggio interessante e particolare. Quando si narra questa fiaba, i bambini rimangono molto colpiti e ridacchiano immaginando questo imperatore, tutto nudo, che gira fiero per le strade della città, con l’intento di essere guardato e ammirato.
Come sempre gli aspetti fantastici e creativi utilizzati nelle storie ci riportano a fatti concreti, in questo caso ad un aspetto di devianza sessuale: l’esibizionismo.
Sebbene questa parola abbia ormai assunto molteplici significati, da un punto di vista clinico si definisce “esibizionista” la persona che trae piacere sessuale nel denudarsi pubblicamente. Esibire il proprio corpo nudo è una pratica con radici antiche, che si ritrovano sin dall’antica Grecia. Oltre ai fenomeni culturali, l’esibizionismo, inteso come pratica individuale in luogo pubblico e riferito alle manifestazioni più plateali, riguarda una parte minoritaria delle persone in età adulta.
L’esibizionismo appartiene alla categorie delle parafilie o perversioni sessuali, ossia una pratica in cui gli oggetti o le situazioni che determinano l’eccitamento si discostano da quelli comunemente riscontrati nella normalità. Il soggetto esibizionista, prevalentemente maschile (Colombo, 2001), è in certi casi consapevole del suo desiderio di sorprendere notevolmente la persona a cui si mostra; talvolta, invece, ha la fantasia che il suo spettacolo determini un’eccitazione sessuale nello spettatore.
Sebbene tale pratica, nella forma più esplicita, sia poco comune, recentemente vi è stato una notevole diffusione di un atteggiamento simile attraverso i nuovi mezzi informatici: viene definito sexting, crasi delle parole inglesi sex (sesso) e texting (inviare un SMS) ed è un neologismo utilizzato per indicare l’invio di immagini sessualmente esplicite o di testi inerenti al sesso.
Il sexting è di moda tra giovani ed adolescenti tanto che, da una ricerca effettuata presso l’Osservatorio nazionale sull’identità di genere all’ospedale Niguarda di Milano, è stato rilevato che il sesso online è praticato dal 74% degli adolescenti maschi e dal 37% delle femmine. Una percentuale altissima, ma soprattutto in continua crescita.
Sebbene i dati siano assai preoccupanti, i ragazzi non sembrano essere consapevoli di scambiare materiale pedopornografico, che può arrivare nelle mani sbagliate, con gravi conseguenze emotive per i protagonisti delle immagini e dei video, favorendo fenomeni come l’adescamento online.
All’origine di questo fenomeno vi è il bisogno dei ragazzi di esplorare la propria identità online: sempre più spesso gli adolescenti si servono dei loro profili sui social network quale mezzo per individuare o talvolta ricreare la loro emergente identità. Gli adolescenti inoltre esplorano la loro sessualità online imitando le immagini provocanti, che sempre più sovente caratterizzano la pubblicità, i media la rete. Così anche loro per affermare la propria identità mettono sulla rete o inviano messaggi con immagini legate alla propria sessualità, per affermarsi, per avere approvazione, per imitare compagni e pari. Infine un aspetto importante è legato alla ricerca dell’amore, che ormai passa sovente attraverso i mezzi informatici.
L’imperatore della fiaba “i vestiti nuovi dell’imperatore” non aveva certamente i mezzi informatici che sono a disposizione oggi e che spesso vengono utilizzati in maniera superficiale senza considerare le complesse dinamiche psicologiche che spesso celano.