In questo periodo sto lavorando spesso in RSA (casa di riposo) e le operatrici mi hanno raccontato di una loro ospite che in seguito al deterioramento cognitivo, non era più in grado di riconoscersi nemmeno allo specchio.

Tanto che il personale dedicato aveva dovuto nascondere o coprire tutti gli specchi nella sua stanza.I

In quel momento ho pensato a quanto deve essere forte non riconoscere la propria immagine e dopo poco, sono andata davanti allo specchio per guardarmi chiedendomi: “ma io chi sono?”

Ora, non ho avuto un crollo cognitivo ma ho pensato a come la mia immagine interiore e (ahimè’) esteriore, fosse cambiata nel corso del tempo.

Un cambiamento lento, fatto di piccoli pezzi e di nuove consapevolezze.

Partendo da questa riflessione ho pensato ai miei pazienti che spesso arrivano in studio e mi chiedono di “tornare ad essere com’erano PRIMA” o che non si riconoscono più nella loro nuova dimensione.

È da qui nasce la mia Psicoricetta di Settembre.

INGREDIENTI:

  • 1 KG di impermanenza
  • MOI
  • 1 litro di “qui ed ora”
  • 200 gr di accettazione
  • 1 pizzico di curiosità

PREPARAZIONE

Partiamo con un concetto buddista: “impermanenza” per cui nulla è immutabile e tutto è passeggero. Cambiamo continuamente, sempre.

Quindi iniziamo dal volerci bene. Più bene di quello che pensiamo di volerci.

Cambiamo per le sfide che ci propone la vita, per la maturità che acquisiamo nel tempo, per le esperienze che ci forgiano.

Se hai 40 anni non puoi essere la stessa di quando ne avevi 20. O almeno questo è quello che mi auguro per te.

Secondo il buddismo, il cambiamento è l’unica certezza. Nella cultura occidentale questo concetto spesso viene rifuggito, ancorandoci ai “SEMPRE” e ai “MAI”.

Secondo molti, i sempre e i mai, sarebbero delle garanzie di certezze che poi, certezze non sono affatto se ci pensiamo bene.

Che fare allora per comprendere meglio chi siamo nel cambiamento? Facciamo affidamento ai MOI (Modelli operativi interni).

Secondo lo psicologo Bowlby i MOI sono l’insieme degli schemi, originati fin dalla tenera età, che ci servono come mappa per leggere il mondo che ci circonda. In particolare questi modelli ci permettono di rispondere a 3 macro quesiti:

  • Io sono…
  • Gli altri sono…
  • Il mondo è…

Tutto parte dalla teoria dell’attaccamento (su instagram ve ne ho parlato qui e qui) e sulla base di questa teoria si formano per ognuno di noi degli schemi diversi che hanno l’obiettivo di aiutarci a muoverci nel mondo.

Di fatto non è detto che i nostri modelli operativi interni siano il top! Magari sono frutto di una storia di vita complessa, magari erano funzionali in passato e ora non lo sono più, però ci servono anche per metterci in discussione!

Prenditi 5 minuti per provare a completare questi 3 quesiti. Fallo di getto, non pensarci troppo!

Immagina che il tuo MOI sia basato sulle esperienze negative nella tua infanzia per cui tu pensi:

  • Io sono fragile.
  • Gli altri sono cattivi.
  • Il mondo è pericoloso.

È chiaro che questa mappa ti potrebbe creare molti problemi ma tu puoi lavorare per cambiarla, ed è questo il bello della tua immagine che cambia, non sei destinata ad essere sempre la stessa.

Adesso è il momento di aggiungere il mio amato “qui ed ora”. So che è un ingrediente onnipresente in tutte le psicoricette, potremmo vederlo come il sale quando è tutto quel che serve per migliorare una ricetta.

Tu vivi questo tempo, di conseguenza non puoi rivivere il passato e non puoi prevedere il futuro, ma puoi goderti questo esatto momento che ti porta a leggere le mie parole.

È nel solo nel qui ed ora che puoi vedere l’attuale immagine di te stessa.

Arrivata a questo punto, aggiungi 200 gr di accettazione.

Spesso non è facile vedere il nostro cambiamento perché abbiamo bisogno di certezze, mentre il mutamento ci fa traballare la terra sotto i piedi… ma è proprio qui che dobbiamo accettare, non un accettazione passiva (rassegnazione) ma un accettazione attiva che ci rende protagoniste del nostro bellissimo viaggio.

Infine aggiungi un pizzico di curiosità. Approcciati alle cose come i bambini piccoli quando sono nella fase dell’esplorazione e STUPISCITI.

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