Non preoccuparti se tuo figlio ha un amico invisibile
Fare amicizia e soprattutto mantenerla rappresenta per il bambino la prova delle sue capacità sociali: fra coetanei i bambini hanno la possibilità di sviluppare le loro qualità e le proprie risorse e di affrontare positivamente il confronto e i conflitti che possono derivare dal rapporto con il gruppo dei pari.
Ma cosa succede se l’amico del proprio figlio non esiste?
L’amico immaginario è una figura molto importante per il bambino, che “instaura questa relazione” dai 3 agli 8 anni, fascia d’età in cui la distinzione tra sogno e realtà non è ancora nettamente definita. Questo fenomeno coinvolge circa due terzi dei bambini che si trovano magicamente ad avere un amico sempre a disposizione con cui giocare, dialogare, scherzare e talvolta anche arrabbiarsi!
L’amico immaginario, è un Altro che il bambino costruisce giorno per giorno, e che dall’inizio della sua comparsa è dotato di una personalità autonoma. Il bambino che inventa un Doppio di sé è consapevole dell’aspetto irreale dell’amico, anche se lo coinvolge nei giochi e nelle attività quotidiane.
Sebbene alcuni genitori nutrano alcune preoccupazioni circa questo “nuovo amico”, in realtà la figura è estremamente positiva per lo sviluppo psico affettivo del bambino.
Per prima cosa il bambino inventa un linguaggio per parlare col suo Doppio. Questo codice segreto, condiviso da sole due persone, rafforza nel bambino l’immagine di sé come soggetto che ha la forza e il consenso di due persone: questo può offrire maggior sicurezza nell’affrontare il mondo esterno.
In seconda istanza il bambino trova nell’amico immaginario una persona con cui dialogare e discutere, a differenza degli adulti, visti dai bimbi spesso come troppo concentrati su di sé per mostrare interesse nei loro confronti. Questo permette al bambino di esercitarsi nella pratica del problem solving, perché l’altro concede un tempo senza limiti all’elaborazione di nuove soluzioni per ogni problema.
Infine, per quanto riguarda le capacità relazionali, la continua interazione faccia a faccia col proprio Doppio insegna al bambino l’arte della negoziazione e l’accettazione di un pensiero diverso dal mio, che permette anche al bambino di uscire dalla fase di egocentrismo e di accettare maggiormente il punto di vista altrui.
Paradossalmente infatti, gli amici immaginari sono tutt’altro che accondiscendenti, spesso compiono azioni che il bambino non accetta e per questo motivo quest’ultimo assume il ruolo di colui che punisce e rimprovera. Questi esperimenti avvicinano il bambino ai genitori e gli permettono di sviluppare la propria autonomia.
Per tutti questi motivi la figura dell’amico immaginario non solo non è da temere, ma in realtà è da considerare come una tappa importante dello sviluppo del bambino, essendo indice di un’ottima capacità di reazione e di adattamento. Capita infatti che vi sia un evento scatenante che abbia originato il nuovo amico, come ad esempio la nascita di un fratellino, l’inserimento alla scuola primaria o semplicemente un modo costruttivo di affrontare i momenti noiosi o faticosi della giornata.
Il genitore deve però ricordarsi che la figura è importante per il proprio figlio, che l’ha creata, ma non deve diventare reale anche agli occhi dell’adulto. Il bambino è infatti perfettamente consapevole del carattere ludico e fantastico del suo nuovo amico e in questo spazio di fantasia gli aspetti concreti non sono ammessi.
Un adulto potrà quindi apparecchiare la tavola per il nuovo amico, usando rigorosamente il servizio di piatti… INVISIBILE!